Alfa Romeo Junior Veloce, la prova dell’elettrica da 280 cv: come è fatta e come va la baby suv del Biscione


Alfa Romeo Junior è appena nata ed è già una celebrità, da una parte la visibilità del nuovo modello è stata spinta enormemente dal cambio del nome da Milano a Junior, due giorni dopo il lancio per acquietare polemiche politiche sull’italian sounding (che però al momento non riguardano stranamente Ford Capri ), dall’altra le Alfa Romeo catturano sempre attenzione e nell’era dei social ancora di più con fazioni di fan e di detrattori, spesso leoni da tastiera che criticano l’assemblaggio in Polonia e l’impiego di una piattaforma Stellantis.

Infatti, il primo b-suv del Biscione che è anche la prima elettrica del marchio italiano è realizzato sulla base dell’architettura Cmp2 evoluzione di una piattaforma Peugeot usata su molti modelli del gruppo, comprese le sorelle Jeep Avenger e Fiat 600.



Simili ovviamente le motorizzazioni ibride (mild hybrid) e quelle elettriche. Componenti in comune con altri modelli del gruppo, come Peugeot 2008 ed è giusto così: si riducono i costi e si possono allocare, come ci ha spiegato il ceo Jean-Philippe Imparato, su soluzioni tecniche e componenti come sterzo, sospensioni e differenziale Torsen per creare quel feeling di guida Alfa Romeo.

Alfa romeo Junior, la prova e le caratteristiche
Abbiamo provato la nuova Junior nella versione elettrica Veloce, la top di gamma, quella più potente e prestazionale. Vanta infatti 280 cavalli, una coppia massima di 345 Nm e una autonomia di circa 330 km grazie a una batteria da 54 kWh. Le prestazioni? Da sportiva, senza se e senza ma: 200 km/h di velocità (che per una bev sono tanta roba) e accelerazione da 0 a 100 in 5,9 secondi.

La Junior Veloce costa 48.500 euro. Indubbiamente sono tanti soldi, per un’elettrica a trazione anteriore, ma va detto che in pratica ha pochi rivali. È vero che la Tesla Model 3 costa meno ed è un eccellente auto elettrica con una formidabile rete di ricarica, ma la Junior punta a essere qualcosa di diverso da un attrezzo “sposta- persone” dal punto A a quello B. Anche se in formato B Suv, vuole suscitare emozioni per piacere di guida e anche dal punto di vista estetico. E la Veloce, magari con livrea nera Tortona Black e cerchi da 20” strappa più di un wow a prima vista.

La Veloce si pone al vertice della gamma composta anche da una variante ibrida e da un’altra elettrica. La prima è spinta da un’evoluzione del motore PureTech (sviluppato in seno a Psa) tre cilindri da 1.2 litri da 136 cavali con distribuzione a catena (la cinghia in bagno d’olio, è noto ha causato problemi a vari brand e modelli Stellantis). Il tre cilindri, architettura che psicologicamente non finisce di piacere, lavora a ciclo Miller e vanta un turbo a geometria variabile. Si tratta di un mild hybrid a 48 volt agli ioni di litio da 48 volt e un motore elettrico da 21 kW integrato nel cambio a doppia frizione e 6 rapporti. Provato su altri modelli è un mild che si comporta quasi come un full hybrid. La ibrida è offerta in versione a due ruote motrici o integrale. L’elettrica base invece adotta il noto elettromotore da 156 cavalli, alimentato da una batteria a ioni di litio da 54 kWh e offre 410 km di autonomia. Supporta solo 100 kW (non il top) in corrente continua, ma sono sufficienti meno di 30 minuti per caricare la batteria dal 10 all’80%. Sia la ibrida sia l’elettrica sono offerte nella versione full optional Speciale e i prezzi spaziano da 29.500 a 32mila euro per la MHEV e da 39.500 fino a 41.500 per la elettrica da 156 cavalli.

Alfa Romeo Junir Veloce, le impressioni di guida
La Veloce invece fa storia a sé, perché punta sulle prestazioni e il fatto che sia elettrica a zero emissioni è secondario. Nella Veloce il motore elettrico è al servizio del piacere di guida e delle prestazioni e non della sostenibilità: il suo compito è chiaro. Dimostrare che un’Alfa Romeo può essere elettrica e andare forte. Anche senza sound. Infatti, i tecnici del biscione hanno evitato suoni digitali, sound bar e gadget ridicoli, ma hanno puntato tutto su un handling da Alfa Romeo. E nella nostra prova a Balocco in pista e nel circuito “Langhe”, tracciato di 20 km che simula una strada extraurbana particolarmente tortuosa ricca di curve e saliscendi, ha sfoderato doti da vera sportiva. Nonostante sia un baby suv e la tipologia di motorizzazione.

Dove è il trucco rispetto alle cugine Fiat 600 e Jeep Renegade? In piccole ma importanti cose: ammortizzatori specifici, un ponte posteriore torcente ben studiato (i più critici preferirebbero un bel multilink), ma alla fine lo schema scelto da Domenico Bagnasco, responsabile per la dinamica del veicolo, è gratificante e preciso in curva e ben si sposa con la trazione anteriore. Lo sterzo è specifico ed è più diretto (con un rapporto 14:6). Inoltre, al servizio dell’handling, la Veloce vanta un assetto sportivo ribassato di 25 mm, barre antirollio anteriori e posteriori con una taratura sportiva, impianto frenante anteriormente con dischi da 380 mm e pinze a 4 pistoncini. Fra tutti gli accorgimenti che rendono la piccola Alfa molto divertente da guidare, soprattutto sul misto, spicca la i differenziale TorSen D, che applicato per la prima volta a una trazione anteriore (nacque con la 147 integrale Q2 del 2006), permette di ripartire in modo dinamico e continuo la coppia delle ruote motrici anteriori. Il risultato? Da una parte c’è la tenuta di strada di una trazione anteriore, ma dall’altro migliora la stabilità in rilascio, riducendo il sottosterzo in accelerazione. E in questo senso la Veloce ci è sembrata precisa come una lama giapponese e in grado di toglierci più di una soddisfazione. Inserimento in curva rapido e preciso, rollio contenuto, completano il quadro. Si tratta ovviamente delle impressioni di guida relative al modello top, che come accennato trova nelle curve e nel misto il suo terreno ideale, con un powertrain che spinge forte e le ruote anteriori che seguono con precisione le traiettorie con un’ottimale gestione dei traferimenti di carico. A settembre sarà la volta delle versioni mild hybrid, che ovviamente si annunciano meno prestazionali ma indicate a un pubblico ampio, anche nelle flotte aziendali.

Alfa Romeo Junior, dimensioni e stile
Il suv compatto del biscione è lungo 4,17 metri, largo 1,78 metri e alto 1,5 metri. La massa della versione Veloce è di 1590 kg, un buon valore per un’elettrica. Lo stile curato dal designer Alejandro Mesonero è originale e a tratti divisivo, soprattutto nel fontale dove spicca una rivisitazione piuttosto ardita del classico trilobo Alfa Romeo. Esteticamente si ritrovano tanti richiami a modelli iconici del passato, come la coda tronca che riporta la mente alla Giulia TZ. Anteriormente spiccano la fanaleria “3+3” e i gruppi ottici Full Led Matrix adattivi. Non mancano dettagli tipici di una vettura del Biscione, come il leggendario scudetto presente nelle varianti denominate Leggenda e Progresso. Della Junior tutto si può dire meno che sia banale: la parte forse meno armonica è la posteriore con il raccordo con il montante C, ma di certo si fa notare anche per la firma luminosa con una fanaleria coast to coast. In definitiva il team di Mesonero ha fatto un ottimo lavoro: nascondendo qualsiasi parentela con le cugine del gruppo con le quali condivide la piattaforma.


Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/alfa-romeo-junior-veloce-prova-

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